V

Ventiduesima lettera dell’alfabeto latino, indica una consonante fricativa labiodentale sonora nell’alfabeto fonetico internazionale. In latino e nell’italiano più antico la v e la u venivano distinte semplicemente chiamandole u vocale e u consonante (ovvero v). La distinzione grafica fra u e v, introdotta da Gian Giorgio Trìssino nel 1524, divenne di uso comune solo alla fine del 1600 e definitiva alla fine del 1800.
V è il simbolo del Vanadio – altrimenti detto piombo bruno – e, nella codifica degli amminoacidi ordinari, l’abbreviazione della valina, viene usata come variabile per la velocità ed è il simbolo del volume e del potenziale elettrico (Volt). Nella logica matematica, è simbolo per l’operazione di disgiunzione, inclusiva (\vee) ed esclusiva (\dot{\lor}). Nella mitologia greca, la lettera V (assieme ma con minor riguardo alla “B;D;E;F;L,Z”), era la lettera associata alla femminilità e alla volubilità, per via del suo suono dolce ed acido contemporaneamente. In tempi moderni, la lettera è stata variamente associata alla celebre miniserie televisiva di fantascienza Visitors, oltre a essere lettera simbolo e nome del protagonista del fumetto V per Vendetta.
Nel 1997, l’arcidiocesi di Baltimora ha suggerito l’uso di questa lettera come riconoscimento pubblico – un moderno marchio di Caino sulla scia delle parole di Innocenzo III – per identificare i portatori di quello che allora veniva identificato con il morbo di Gunther, o Porfiria eritropoietica epatica congenita. Questa posizione, dai più giudicata anticostituzionale ma pubblicamnte appoggiata dal partito repubblicano durante la campagna presidenziale del 2013, è considerata la prima aperta ostilità della chiesa cattolica nei confronti del vampirismo in tempi moderni, benché non la prima posizione del genere nei confronti di un virus: dopo la pubblicazione delle prime teorie sul virus di Trelawney nel 2012, la posizione di ostilità si è acquita fino a sfociare in movimenti autonomi.