Max Klinger – La nuova Salomé

Posted by Isabelle on May 17th, 2011 filed in Oggetti

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Max Klinger
La nuova Salomé
(1893)
Marmo, ambra 88 x 55,5 x 43,5 cm, altezza totale 104 cm

La maestria tecnica, la fantasia debordante e la spiccata inclinazione per la musica (era amico di Johannes Brahms) caratterizzano la produzione giovanile di Klimger. Lo scultore tradusse questo universo fantastico in alcuni cicli grafici considerati tra i più significativi dell’epoca, che avrebbero influenzato l’arte surrealista. La sua importanza come disegnatore, teorico dell’arte e scultore ha messo in ombra la sua attività pittorica, seppur notevole. L’ora blu, realizzata nel 1890 e caratterizzata da un’atmosfera di mistero basata soprattutto sul colore, è una delle sue prove migliori in tale senso.
Difficile da inquadrare all’interno delle consuete definizioni stilistiche (la critica ha parlato di volta in volta di stile della Gründerzeit, di impressionismo, simbolismo, Art Nouveau), l’opera di Klinger incarna in modo esemplare il volto duplice dell’arte tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. L’omaggio che le avrebbe riservato in seguito Giorgio de Chirico ne avrebbe confermato il ruolo di antesignana delle principali voci dell’arte moderna. Nel corso del XIX secolo la scultura europea mise in discussione l’ideale della statuaria in marmo bianco dell’antichità classica. Arnold Böcklin, che Klinger venerava, par avesse rivolto la propria attenzione alla scultura policroma attorno al 1880, mentre gli scultori francesi, che Klinger conobbe durante i suoi soggiorni parigini, ne avevano fatto il centro dei loro interessi già molto tempo prima.
Klinger non fu l’unico, ma fu senz’altro il più importante, scultore tedesco a essere sedotto dalla scultura policroma di cui esaltò il fascino. Nel suo caso, più che di sculture policrome dovremmo parlare di opere in diversi marmi, spesso arricchite dall’aggiunta di altri materiali – il monumento a Beethoven ne è un esempio perfetto. In tal modo l’artista cercava di realizzare quella coincidenza tra esperienza visiva ed emozionale che potesse trasformare la singola scultura in un gioiello tridimensionale, in opera d’arte totale.
Durante il soggiorno a Parigi del 1886, ispirato dalla lettura di Erodiade, la novella di Gustave Flaubert, e probabilmente anche da una poesia tratta dal romanzo di Joséphin Péladan Le Vice suprême (Il vizio supremo), pubblicato nel 1884, Klinger cominciò alcuni studi per la figura di Salomé. In seguito, a Roma, dal modello in gesso dipinto l’artista ricavò la statua in marmo policromo (ne esistono altri modelli in gesso, una versione in marmo bianco e diverse fusioni in bronzo). A livello di contenuto, l’opera rappresenta la risposta di Klinger alla reinterpretazione del dissoluto personaggio biblico tipica della fin de siècle: Salomé incarna la femme fatale, al crocevia tra mito e moderno simbolismo in chiave psicologica. Sul basamento della scultura si vedono a destra la testa di San Giovanni e a sinistra quella di un vecchio, probabilmente il ritratto di Richard Wagner.

(Norbert Wolf, Simbolismo. Ed. Taschen)

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