Vega
Posted by admin on January 21st, 2011 filed in VVega (o Alfa Lyrae) è la stella più brillante della costellazione della Lira, la quinta più luminosa del cielo notturno e la seconda più luminosa nell’emisfero celeste boreale. Posta a 25 anni luce di distanza, è una delle stelle più vicine: bianca (ovvero di classe spettrale A0), 37 volte più luminosa del sole e due volte più grande, è caratterizzata da un’altissima velocità di rotazione sul proprio asse, che le conferisce una forma oblunga. La sua straordinaria luminosità , oltre alla relativa vicinanza, fa di Vega una sorta di punto di riferimento astronomico: sui suoi valori sono stati calibrati alcuni parametri comuni alle stelle, e nell’antichità svolgeva la funzione dell’attuale stella polare. Tornerà ad avere questo ruolo tra 13.700 anni, dopo 15.000 anni dall’ultima volta. Il suo nome deriva dalla seconda parte del nome arabo, النسر الواقع (an-nasr al-wÄqi‘), ovvero avvoltoio che plana.
Vega è tra le stelle più note fin e compare inequivocabilmente fin dai cataloghi stellari di Ipparco e Tolomeo, che incluse la lira nel suo catalogo delle 48 costellazioni, oltre che comparire nelle osservazioni degli astronomi arabi cui si deve il nome odierno (negli antichi atlanti veniva spesso rappresentata come un falco o un avvoltoio con lo strumento tra le zampe facendo riferimento al mito secondo il quale Zeus, dopo l’uccisione di Orfeo ad opera delle Baccanti, mandò un’aquila a recuperare la sua lira per portarla nel cielo). Tuttavia il nome arabo può non essere mutuato dalle interpretazioni dei cataloghi greci, ma può far riferimento ad una caratteristica del moto della costellazione, che sembra avvicinarsi: l’espressione an-nasr al-wÄqi‘ (avvoltoio che plana), tradotto poi nel latino “Vulture Cadens”, riprende una rappresentazione della costellazione come avvoltoio già utilizzata nell’antico Egitto e in India. Il nome assiro della stella, all’epoca stella polare, era Dayan-same ovvero “giudice celeste”, mentre per gli Accadi era Tir-anna (vita del cielo). Secondo i Babilonesi si trattava probabilmente invece di Dilgan, “messaggera di luce”. L’inizio dell’autunno nell’impero romano era determinato dall’ora in cui Vega tramontava sull’orizzonte. Nella mitologia cinese, la stella è al centro di una leggenda d’amore in cui Niu Lang (牛郎, rappresentata da Altair) e i suoi due figli (le stelle β e γ dell’Aquila ovvero Alshain e Tarazed) vengono separati dalla madre Zhi Nü (織女, Vega) che rimane dall’altra parte di un fiume (la via lattea). Tuttavia un giorno all’anno, il settimo giorno del settimo mese del calendario lunare, viene creato un ponte per cui la famiglia possa riunirsi: la festa è chiamata del doppio sette (o delle sette sorelle per un’altra leggenda) ed è il corrispettivo cinese di San Valentino. Anche la festa giapponese di Tanabata si basa sulla stessa leggenda. Nella mitologia Indù invece, Vega è chiamata Abhijit e compare nel Vana Parva, dove le pleiadi riescono a cacciare Vega dal cielo notturno il giorno del solstizio: secondo alcuni, questo mito farebbe riferimento alla sostituzione di Vega come stella polare e quindi sarebbe da far risalire al 12.000 a.C. Nell’astrologia medievale, Vega è una delle stelle fisse di Behenia ed è legata al minerale detto olivina e all’erba nota come satureggia montana, oltre che al colore verde.
Vega inoltre fa parte del gruppo noto come triangolo estivo, composto dalle stelle più brillanti nelle costellazioni di Lira, Aquila e Cigno ovvero Vega, Altair e Deneb.
Oltre a essere la prima stella a essere fotografata, il 17 luglio 1850, nell’agosto 1872 fu la prima di cui venne analizzato lo spettro e la prima di cui venne tentata una misurazione di distanza.
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