Vritra
Posted by admin on June 26th, 2011 filed in VNell’antica religione vedica, Vritra ( वृतà¥à¤° ) è un dragone personificazione della siccità , che con il suo corpo bloccava il corso dei fiumi fini a che il dio Indra non giunse ad abbatterlo con il tuono (Vajrayudha). Durante il combattimento, in preparazione del quale Indra aveva assunto una grande quantità del nettare degli dei chiamato Soma e Vishnu aveva creato campo libero, Indra abbatte il dragone e ne espugna le novantanove fortezze, nonostante il dragone riesca quasi a sconfiggerlo fratturandogli entrambe le mandibole: il dio si occupa poi della madre di Vritra, Danu, che viene anch’essa abbattuta con il tuono. In altre versioni della storia, Indra costringe con l’inganno altri tre Deva ad aiutarlo nella battaglia, nonostante prima fossero dalla parte del dragone e lo chiamassero “padre”: si tratta di Varuna, Soma e Agni. In altre versioni del mito, non è Indra a sconfiggere Vritra ma la dea Sarvasati, anche se questa versione è considerevolmente meno diffusa della prima.
In alcune versioni più tarde del mito, Vritra era stato creato da Tvashtri per vendicare la morte del proprio figlio Visvarupa, o Trisiras, ucciso dal dio. In questa versione, Vritra vince la battaglia e ingoia Indra, ma l’intervento degli altri dei lo costringe a vomitarlo nuovamente sulla terra: la battaglia prosegue, ma Indra è costretto a fuggire, così Vishnu interviene e dichiara una tregua, in cui Indra dichiara che non attaccherà Vritra con nulla che sia di metallo, legno o pietra, né con qualcosa che sia asciutto o bagnato, né durante il giorno né durante la notte. Il dio, quindi, uccide il dragone al tramonto con della schiuma dal mare donatagli da Vishnu.
In altre versioni ancora, Vritra era un bhakta di Vishnu e la sua uccisione avviene per il suo fallimento nel voto di vivere in modo pio e non violento. Il bramino Vitra di cui parla questa versione era re dei demoni Asura e aveva rinunciato ai propri voti per muovere guerra contro i deva: spaventati nel vederlo conquistare le terre superiori, i deva andarono a chiedere aiuto a Vishnu, capitanati da Indra. Il dio disse loro che Vritra non poteva essere sconfitto da armi comuni e che solo l’arma rucavata dal corpo di un saggio avrebbe potuto ucciderlo: li indirizzò quindi dall’asceta Dadichi, che immolò il proprio corpo affinché dalle sue ossa potessero essere ricavate le armi necesarie alla distruzione di Vritra. Nacque così il Vajrayudha, l’arma di tuono con cui Vretra viene sconfitto in tutte le versioni del mito. Così armati, i deva ingaggiarono una battaglia che li vide vittoriosi dopo 360 giorni di combattimento. Indra viene quindi inseguito dalla propria colpa per aver ucciso il bramino, e Nahusha viene invitato a prendere il suo posto.
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