Dioscurides: De Materia Medica di Istanbul
Posted by admin on August 13th, 2012 filed in OggettiDioscurides: De Materia medica
Codice in arabo datato 1229 comprendente oltre 563 rappresentazioni di piante oltre a numerose altre illustrazioni, commissionato da Shams al-Djabbâr idn ‘Alî al miniatore Abd al-Jabbâr ben ‘Alî, che si firma nelle due pagine del frontespizio.
« A partire da X secolo, la Spagna moresca svolse un ruolo sempre più importante nella trasmissione, in Occidente, delle opere antiche tradotte in arabo, ma anche delle opere nate nella ricerca specificatamente araba. È proprio in Spagna, nrl 951-952, che il monaco Nicolas aiutò an-Nasir, il califfo di Cordova, a tradurre il De Materia Medica (Dei rimedi) di Dioscoride.
I letterati del califfo, infatti, non riuscivano a decifrare quest’opera greca del I secolo sulle piante medicinali, dono dell’imperatore bizantino Costantino VII Porfirogeneta. Supponendo l’esistenza di alcune tappe intermedie, può darsi che il magnifico manoscritto qui presentato risalga a questa antica traduzione araba. Comunque sia, lo stile delle miniature denota nella sua sconvolgente bellezza l’influenza dell’arte bizantina.
Un incomparabile Dioscoride era stato miniato agli inizi del VI secolo per la principessa Anicia Giuliana. Le illustrazioni presentavano delle piante e alcune tappe della loro crescita, trattate con stupefacente fedeltà al modello naturale. In alcuni punti, il presente manoscritto denota tentativi simili. La vigna manigificamente osservata e dipinta risulta essere la copia fedele di un esempio antico, naturalistico, trasmesso tramite Bisanzio.
La maggior parte delle volte tuttavia le miniature delle piante rappresentate in questo manoscritto sono state fortemente stilizzate. Ciò è dovuto a una forma di semplificazione, ma anche di interpretazione artistica. Nell’Islam, infatti, la rappresentazione degli alberi e delle piante non fu mai sottoposta al divieto delle immagini, e poté quindi seguire un’evoluzione continua segnata da una grande maestria decorativa.
In compenso la miniatura dei titoli dipinti su sfondo dorato, che occupa due pagine, presenta di nuovo tratti dominanti dello stile bizantino. Un uomo barbuto alquanto dignitoso è seduto su un trono dall’alto schienale. Apparentemente si tratta di Dioscoride stesso, volto, con la mano alzata, verso due personaggi posti a sinistra. Questi rappresentano i suoi discepoli, che rimettono rispettosamente al maestro una copia della sua opera. Il modello che servì da base a questa miniatura è il tipo di rappresentazione degli evangelari bizantini. Il fatto che gli artisti iracheni attingessero soprattutto alle forme bizantine quando si trattava di rappresentare la figura umana, è attestato anche dalla bella immagine del maestro e dei discepoli incorniciata da un’arcata anticheggiante al foglio 2 verso. Anche qui soltanto alcuni dettagli iconografici, in particolare i turbanti di Dioscoride e dei suoi allievi, mostrano che l’illustrazione appartiene al mondo islamico. »
(Norbert Wolf, Capolavori della miniatura. Ed. Taschen)
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