Violino

Posted by admin on February 18th, 2009 filed in V

«Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se sarebbe arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all’istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m’aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava…»
(Giuseppe Tartini)

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Una leggenda slava sulla nascita del violino vuole che una ragazza, istigata dal demonio, uccise sua madre e con il suo corpo creò la cassa armonica, il padre divenne il manico, con i capelli della sorella fece le corde e il fratellino divenne l’archetto: con questo strumento la ragazza aveva il potere di incantare gli uomini, ottenendo fama e successo. Storicamente, il violino nasce più o meno nel 1500, e il legame della musica con il demonio è antico almeno quanto lo strumento stesso, se non quanto il demonio. Nel medioevo chiamavano diabolus il tritono, l’intervallo musicale formato da tre toni interi (sei semitoni) e il suo utilizzo era considerato non consono: Claude Debussy fu il primo che compose un’opera utilizzando il Diabuls, molti secoli dopo la sua scoperta.

L’associazione tra il violino e il diavolo, tuttavia, è rimasta famosa per un altro artista: Giuseppe Tartini. Fra le sue composizioni più famose vi sono Il trillo del Diavolo e Streghe: si diceva che le corde del suo Stradivari fossero state fatte con le interiora di una delle sue amanti, immolatasi in nome della musica così che la sua anima sarebbe stata un tramite tra il compositore e il demonio suo ispiratore.

Prendendo le mosse da questo filo rosso che sembra legare molte leggende sul violino alla trasformazione della carne di un essere umano in un oggetto, presero forma alcuni racconti ottocenteschi molto in voga nella cerchia degli infetti gravitante a Londra attorno a Gower Street, sede della confraternita dei pre-raffaelliti, e ai ritrovi del cosiddetto circolo degli esteti. Il violino di carne divenne in quel periodo una sorta di pietra filosofale dei mutaforma, anche se non vi sono prove che qualcuno si sia mai adoperato a tentare di costruirne uno.
Il tema del violino diabolico ricorre anche in alcuni racconti di H.P. Lovecraft: nel più famoso di essi, La musica di Eric Zann, un suonatore di viola è costretto notte dopo notte a tenere lontano con il suono della sua viola l’avanzare di una oscura dimensione parallela che minaccia di entrare dalla sua finestra.

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