Voce

Posted by admin on March 1st, 2009 filed in V

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Nel gergo medico, si definisce voce il suono prodotto dalle corde vocali di un essere umano, mentre difficilmente si usa lo stesso termine per i suoni prodotti da un animale. Alcuni pensatori hanno individuato nella voce il tratto distintivo della specie umana rispetto a tutte le altre specie: nel 1801, l’analisi sul linguaggio animale ad opera di Jean-Baptiste Lamarck e della cosiddetta congregazione di Amiens ha dimostrato la scarsa fondatezza di questa teoria. Fino ad allora, i vampiri in grado di comprendere e parlare il linguaggio degli animali fossero scarsissimi. Ad oggi, si stima che il 30% dei vampiri mutaforma – che a loro volta costituiscono appena il 15% della popolazione degli immortali notturni – sia in grado di declinare e comprendere il linguaggio di almeno una specie animale.

Nella tradizione degli esper, invece, la voce ha avuto da sempre un ruolo primario nella formulazione dei cosiddetti incantesimi, al punto che alcuni trattati ritengono sia possibile privare un esper della possibilità di esercitare le sue facoltà privandolo della voce. Gli esperimenti sull’elettromagnetismo ad opera di Nicholas Tesla e Balthazar Konstantinovič hanno dimostrato l’indipendenza dei poteri elettromagnetici da qualunque tipo di movimento fisico, ma l’idea di una relazione tra magia e voce è rimasta.
Tra i testi più antichi, vengono ricondotti all’accademia di Astarte gli Hittite ritual text (raccolti da Hemmanuel Laroche nel suo Hittite Texts del 1971). Di area settentrionale sono invece i Carmina Gandelica, raccolti dall’antropologo amatoriale Alexander Carmichael tra il 1855 e il 1910: lo studio di questi testi ha portato ad ipotizzare una massiccia presenza di infetti notturni e in particolare di esper nella zona delle isole britanniche, la cui prima comparsa viene generalmene ricondotta ai primi contatti con l’esercito romano. Questi libri, successivamente chiamati Grimori, a partire dal medioevo iniziarono a contenere non solo incantesimi verbali, ma anche formule di alchimia e fisica, e vengono tutt’ora tenuti in alta considerazione da alcune confraternite di esper. Di compilazione britannica sono il Libro di Abramelino, poi adottato dalla dottrina telemasca, e The Emerald Coin che la tradizione vuole compilato da una giovane Anne Boleyn durante il suo soggiorno francese.

Paradossalmente, il potere che gli esper hanno a lungo attribuito alla voce è più vicino a ciò che è nel ventaglio di possibilità di un mutaforma. Oltre ai ben noti usi della voce come dispositivo sonar, e quindi come senso aggiuntivo, è stata a lungo ipotizzata la possibilità di modificare le proprie corde vocali in modo da produrre onde sonore su una frequenza ipnotica. Da questa capacità deriverebbero i vari miti sul canto ammaliante delle sirene e delle ninfe, sugli incantesimi delle streghe e sui canti ipnotici dei geni del deserto.

L’artista Frantisek Kupka, dopo essere venuto a contatto con il gruppo di infetti gravitanti attorno al Moulin Rouge e a Touluse Lautrec (1895), compose alcune opere sulla relazione tra voce e morte. Il più famoso di questi, noto anche per aver ispirato Francis Ford Coppola per il castello del suo Dracula, è L’idolo nero della serie Voci dal silenzio (1903).

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