violino di Gower
Posted by admin on January 30th, 2010 filed in Oggettistrumento musicale
15 giugno 1872
attualmente in possesso di Erodiade (3 on the Bund, Shanghai)
Tra i molti motivi ricorrenti dei racconti d’orrore ottocenteschi, particolarmente diffuso era quello del violino di carne, prendendo le mosse dal filo rosso che sembra legare molte leggende sul violino alla trasformazione di un essere umano in un oggetto. Presero quindi forma alcuni racconti ottocenteschi molto in voga nella cerchia degli infetti gravitante a Londra attorno a Gower Street, sede della confraternita dei pre-raffaelliti, e ai ritrovi del cosiddetto circolo degli esteti. Il violino di carne divenne in quel periodo una sorta di pietra filosofale dei mutaforma, e la leggenda vuole che il 15 giugno 1872 in uno dei salotti degli esteti londinesi venisse lanciata una sorta di sfida a chi sarebbe riuscito a produrre realmente tale oggetto. La leggenda sarebbe stata raccolta da due mutaforma notturni e un mutaforma diurno che frequentavano Gower street, che si presentarono con tre diversi oggetti: il cosiddetto violino nero di Elm, l’eburneo e quello che poi sarebbe stato chiamato il violino di Gower. Quest’ultimo, dichiarato vincitore da una giuria che vedeva artisti e immortali tra le sue file, è un violino dal suono penetrante, trasparente come il vetro ma duro come l’acciaio temprato: le corde sono crini bianchi e sul bordo corre una decorazione incisa a punteruolo ed una bordatura in oro zecchino. La resistenza del materiale suggerisce l’uso di un biopolimero simile alla chitina che compone l’esoscheletro degli insetti, misto a conchiolina e aragonite (i componenti fondamentali della madreperla): il calore necessario all’indurimento della miscela è quello corrispondente ad un fuoco bianco (1200 °C) ed alcune striature sul retro suggeriscono che il forgiatore abbia usato una fiamma di origine organica.
Il violino vincitore andò in dono ad una delle donne che componeva la giuria, membro di spicco della società notturna londinese e straordinaria violinista. Quanto allo scrittore che aveva bandito il concorso, si dice che il violino di Gower sia l’ispirazione per la sua composizione The Harlot’s House, in cui la donna del poeta lo abbandona ascoltando un concerto soprannaturale e si unisce alla danza dei morti.
—
We caught the tread of dancing feet,
We loitered down the moonlit street,
And stopped beneath the harlot’s house.
Inside, above the din and fray,
We heard the loud musicians play
The ‘Treues Liebes Herz’ of Strauss.
Like strange mechanical grotesques,
Making fantastic arabesques,
The shadows raced across the blind.
We watched the ghostly dancers spin
To sound of horn and violin,
Like black leaves wheeling in the wind.
Like wire-pulled automatons,
Slim silhouetted skeletons
Went sidling through the slow quadrille.
They took each other by the hand,
And danced a stately saraband;
Their laughter echoed thin and shrill.
Sometimes a clockwork puppet pressed
A phantom lover to her breast,
Sometimes they seemed to try to sing.
Sometimes a horrible marionette
Came out, and smoked its cigarette
Upon the steps like a live thing.
Then, turning to my love, I said,
“The dead are dancing with the dead,
The dust is whirling with the dust.”
But she–she heard the violin,
And left my side, and entered in:
Love passed into the house of Lust.
Then suddenly the tune went false,
The shadows wearied of the waltz,
The shadows ceased to wheel and whirl.
And down the long and silent street,
The dawn, with silver-sandalled feet,
Crept like a frightened girl.
Oscar Wilde, The Harlot’s House (1885)
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