Pierre Fix-Masseau – Il segreto

Posted by Isabelle on August 15th, 2011 filed in Oggetti

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Pierre Fix-Masseau
Il Segreto
- 1894 -
Gesso policromo, cm 76 x 17,5 x 18

Al Salon de la Société Nationale des Beaux-Arts del 1894, Pierre Fix-Masseau presentò una scultura in legno policromo e avorio; essa fu acquistata dallo Stato francese e si trova oggi al Musée d’Orsay di Parigi. Allo scultore fu permesso di far eseguire dei calchi della propria opera ed egli ne commissionò delle repliche in materiali diverso, le quali riscossero immediatamente un enorme successo. Alcune riproduzioni furono realizzate in gres dalla società Emile Müller & Co., altre furono fuse in bronzo e bronzo dorato, in due diversi formati, dalle fonderie Siot-Decauville. Ma non si conoscevano versioni paragonabili alla scultura esposta al Salon fino alla recente acquisizione, da parte del Musée d’Orsay, di questo gesso – la cui policromia imita il legno dipinto e l’avorio dell’originale – un esemplare unico e quindi importante per il suo creatore. Lo stesso artista lo donò a Hippolyte Durand-Tahier (1863-99), giornalista e ceitico d’arte ma soprattutto segretario generale della Société Nationale des Beaux-Arts, carica che ricoprì dalla fondazione della stessa fino alla propria morte.

La donna misteriosa, di una nudità idealizzata, raffigurata in una rigorosa posizione frontale sopra un piedistallo, con un drappeggio che le occulta in parte le nudità creando una rete di pieghe armoniose, regge con entrambe le mani – in alto davanti a sé – un cofanetto (una mano funge da appoggio mentre l’altra tiene il coperchio e insieme il drappo che nasconde la parte inferiore del volto) e al suo cospetto ella abbassa lo sguardo. La posizione dell’indice della mani sinistra, che sollevandosi si posa sulle labbra della donna, probabilmente è un riferimento al tondo in rilievo di Auguste Préault (1809-79) noto come Il Silenzio, di cui il Louvre conserva la versione in gesso creata nel 1842 come modello per la decorazione della tomba di Jacob Roblès (1782-1842) nel cimitero Père-Lechaise di Parigi. Le altre dita della stessa mano tengono chiuso il coperchio del cofanetto (che si ispira ad un oggetto medievale del Musée de Cluny decorato sul fronte con una teoria di cavalieri e cortigiani sotto una fuga di archi) come a impedire l’uscita del segreto in esso contenuto. Il cofanetto evoca dunque il personaggio mitologico di Pandora, la prima donna mortale, modellata da Efesto e animata da Atena, che aprendo il vaso donatole da Zeus lasciò uscire tutti i mali in esso racchiusi, che si diffusero nel mondo prima che si scoprisse, nascosta sul fondo, la speranza.

Per mezzo della duplice iconografia del dito sulla bocca – una bocca come imbavagliata – e della mano sul coperchio, e grazie all’identificazione tra segreto e silenzio rappresentata da questa scultura, l’artista sembra attribuire alla modella la medesima funzione del cofanetto: ella non parlerà, quindi rimane il ricettacolo di molti mali, e al contempo raccoglie in sé le speranze dell’umanità. Per gran parte dell’Ottocento, quando la donna era ancora considerata la discendente di Eva, responsabile della caduta dell’uomo, una sorta di personaggio pericoloso, il tema di Pandora ispirò molte opere basate sugli stessi motivi iconografici della scultura di Masseau: la nudità, il panneggio che nasconde il corpo, il cofanetto. Un esempio è la Pandora dipinta da Laliman Edmond de Labrador, esposta con il numero 1164 al Salon del 1849. Nel corso dei numerosi Salon dei Rosacroce furono presentate con grande risalto opere che trattavano il tema del silenzio o del segreto, create da artisti come Louis Chalon, o Georges Lorin. Questi oggetti trovarono spazi anche nelle manifestazioni concorrenti, come la mostra d’arte idealista allestita alla Bodinière nel 1894, dove Henri Martin (1860-1943) espose un disegno intitolato Il Silenzio (collocaziine sconosciuta). Ma nessuna opera raggiunse mai l’equilibrio tra idea e realizzazione che contraddistingue la scultura di Masseau.

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