Trinity College Apocalypse

Posted by admin on June 10th, 2011 filed in Oggetti

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Trinity College Apocalypse
1242-1250 ca
432 x 305 mm per 32 fogli comprendenti 70 miniature

« Con le sue numerose miniature, per la maggior oarte dipinte integralmente, con le ricche e luminose variazioni di colore e l’abbondanza d’oro, l’Apocalisse del Trinity College è da annoverare tra le Apocalissi più fastose dell’Inghilterra del XIII secolo. Il testo propone una versione francese commentata e tradotta dal latino.
Undici pagine che rappresentano alcune scene della vita di San Giovanni Evangelista aprono e chiudono l’universo illustrativo del manoscritto. Nella sezione principale, le scene che illustrano l’Apocalisse sono presentate in diversi formati e si trovano in posizioni variabili all’interno della pagina, conformemente a un principio piuttosto antico – e non quindi, come avviene di solito, sopra al testo scritto su due colonne.
Per questo si è ipotizzato che il sistema di illustrazioni dell’Apocalisse del Trinity College potrebbe essersi rifatto a un modello molto anteriore al XIII secolo. L’ipotesi non può tuttavia essere verificata in quanto tutti i codici presi in considerazione furono terminati soltanto dopo il 1420, e gli artisti si servirono di motivi deliberatamente arcaici.
Comunque sia, tra le caratteristiche specifiche del manoscritto conviene ricordare il principio che consiste nell’inscrivere le figure, in seno a diverse miniature, nelle zone rettangolari sottese da un fondo blu o rosso.
Le illustrazioni del manoscritto, che un tempo i ricercatori tendevano a datare intorno agli anni 1242-1250 e che oggi vengono datate più precisamente verso il 1255-1260, furono eseguite da quattro miniatori diversi. Due di essi erano ancora ampiamente tributari della tradizione artistica inglese, essenzialmente del tardo Romanico, mentre gli altri due rappresentano uno stile di miniatura segnato dal Gotico, stile che fa la sua apparizione in Inghilterra verso la metà del XIII secolo.
Questi ultimi testimoniano un vivo interesse per il modello dei drappeggi e degli effetti di luce e ombra. Inoltre non rinunciano mai del tutto allo stile grafico e lineare, coltivato in modo particolare dal monaco artista Matthew Paris (morte 1259).
Matthew era divenuto monaco nel 1217 a St. Albans, dove si distinse ben presto come artista del metallo e come direttore dello scriptorium dell’abbazia. Il suo merito fu quello di aver fatto rivivere la tradizione insulare dei disegni a penna dai colori tenui, introducendovi degli elementi gotici. Il suo stile denota inoltre affinità con le opere della bottega del Maestro Sarum, cosa che quindi non facilita un’attribuziine concreta. Nell’insieme, il repertorio dei miniatori dell’Apocalisse del Trinity College, che non possiamo circoscrivere oltre, dipende piuttosto da un’influenza della pittura monumentale dell’epoca e del suo più vasto universo formale. È per questo che una localizzazione più precisa è impossibile nel coro della miniatura inglese, e più generalmente in seno a questo paesaggio artistico.
In alcune miniature, per esempio nella lotta con il mostro a sette teste, appare sottolineata la figura della nobildonna. Talvolta questo personaggio è stato identificato con la regina d’Inghilterra Eleonora, moglie di Enrico III. Se è altamente plausibile che un’opera così riccamente illustrata sia necessariamente stata destinata alla cerchia della più alta aristocrazia, questa attribuzione precisa rimane tuttavia una pura ipotesi.
Su questo punto, non è di nessun aiuto il fatto che alcuni frati francescani siano rappresentati in molte miniature e che il committente del manoscritto abbia potuto o dovuto essere un ammiratore dell’ordine mendicante. »

(Norbert Wolf, Capolavori della miniatura. Ed. Taschen)

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Eleonora di Provenza, probabilmente ritratta nel manoscritto, fu regina consorte d’Inghilterra e duchessa consorte d’Aquitania dal 1236 al 1272 e, insieme alle sue tre sorelle, era leggendaria per la sua bellezza, per il suo talento letterario e per i suoi gusti raffinati. Figlia del conte di Provenza e di Beatrice di Savoia, il 14 gennaio 1236 sposò Enrico III, figlio di Giovanni senza terra, nella Cattedrale di Canterbury senza averlo mai visto prima. Fedele al marito e devota alla corona, era profondamente osteggiata dal popolo, che arrivò a tentarne la lapidazione mentre la regina navigava sul Tamigi, il 13 luglio 1263. In risposta a questo atto, scatenato principalmente dall’avversione per il grande seguito francese di cui si era circondata a corte, sulla città di Londra vennero imposte pesanti tasse, note come l’oro della regina, che aumentarono lo scontento.
Da Enrico III, Eleonora ebbe cinque figli accertati e quattro morti in tenera età la cui reale esistenza è in dubbio. Tra questi, l’erede al trono Edoardo I (1239-1307).

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