Kaiser Friedrich II – De arte venandi cum avibus

Posted by admin on August 13th, 2012 filed in Oggetti

Kaiser Friedrich II
De arte venandi cum avibus (L’arte della falconeria) detto anche L’arte di cacciare con gli uccelli
1258-1266 ca
360 x 250 mm per 111 fogli con circa 660 illustrazioni sulla caccia e la falconeria

« Nell’introduzione dell’opera l’imperatore Federico II cita se stesso come autore. Federico fu una delle figure più affascinanti del Medioevo. Colui che i suoi contemporanei classificavano come stupor mundi, stupore del mondo, l’imperatore che lottò per il dominio politico dell’Europa con quattro papi che lo demonizzarono come Anticristo, sovrano di un’immenso impero, ma anche re di Sicilia e di Gerusalemme, era solito collezionare oggetti preziosi e apprezzare la saggezza ebraica. Alla sua morte, questo libero pensatore si fece avvolgere in un saio francescano – forse un ultimo atto di ironia. L’imperatore è sotterrato a Palermo, crogiolo di tutte le culture dove era cresciuto da ragazzo. Durante tutta la sua vita fu un amante dell’Oriente; la sua casa era regolata da forme sultanesche, intratteneva degli harem e faceva sorvegliare dagli eunuchi le sue tre spose legittime. L’imperatore amava gli animali, ma i suoi elefanti, leoni e pantere non erano confinati in un serraglio come pezzi da esposizione: Federico li osservava e si sforzava di capirli. Infatti, il suo libro sulla caccia con l’aiuto di uccelli rapaci concilia l’interesse dello sportivo e la serietà dello scienziato. Ancora oggi, tale libro occupa un posto importante nell’arte della falconeria ed è considerato come la più vasta opera di ornitologia del Medioevo.
Federico aveva fatto raccogliere tutte le conoscenze antiche e arabe sull’argomento dal grande erudito Michele Scoto, fonti che lui stesso verificò e corresse sulla base della propria esperienza.
L’imperatore non indietreggiava di fronte a nessuna spesa e a nessuno sforzo per interrogare e far venire alla sua corte i falconieri più famosi di tutto il mondo, soprattutto quelli del mondo arabo. Durante la crociata del 1228-1229, osservò accuratamente gli arabi e copiò il loro uso del cappuccio, che rendeva inutile la cucitura degli occhi praticata in Europa. Risultato di trent’anni di ricerche, il trattato di falconeria personale di Federico, un codice di lusso decorato in oro e argento, e diviso in sei parti, andò perduto nel 1248 durante l’assedio di Parma. Sul modello dell’esemplare paterno, Manfredo fece realizzare durante la sua reggenza in Sicilia (1258-1266) una seconda edizione più corrispondente ai gusti del nuovo destinatario. Il manoscritto di lusso riccamente illustrsto è rimasto incompleto e termina verso la fine di quello che era stato il secondo tomo. Dopo la battaglia di Benevento nel 1266, il codice cadde nelle mani degli oppositori degli Staufen.
Circa 500 uccelli appartenenti a 80 specie diverse vi sono rappresentati con grande fedeltà al modello naturale, senza riguardo per i raffinamenti stilistici. Ecco perché gli elementi paesaggistici sono trattati in modo schematico, così come i volti dei falconieri, mentre i gesti e le posizioni delle dita che caratterizzano i diversi metodi per tenere gli uccelli sono descritti con la più grande minuzia. »

(Norbert Wolf, Capolavori della miniatura. Ed Taschen)

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